Passato il ponte dell’Otto dicembre… è il momento di entrare con tutte le scarpe in pieno clima natalizio… e quanto mi piace!
Io rientro in quella fascia di persone, alle quali il Natale infonde gioia, voglia di calore e famiglia… Fare l’albero di natale, preparare il presepe… pensare ai regali… Francy che canta per casa le canzoni che prova a scuola per il coro della vigilia… le lucine dell’albero di là in salotto si fanno vedere fin qua, e Oreste a cui piace dormirci vicino, all’albero e alle sue lucine, aggomitolato come un dono arrivato in aticipo…
C’è il calendario dell’avvento che ci regala un cioccolatino ogni giorno, c’è la lettera di Francy a Babbo Natale , che ogni anno è piu’ bella … ma anche piu’ piena ed esigente… e ce la mia… che anche quest’anno somiglia molto a quella dell’anno passato… con qualche preghiera in piu’, per vedere se funziona… c’è anche quella di Gabri sicuramente da qualche parte, ma devo ancora cercare bene il nascondiglio dove è riposta…. manca giusto qulache fiocco di neve… che l’anno passato c’ha abituati un po’ male…
… è quasi Natale… e mi piace pensarlo così, come lo raccontai l’anno passato in quella rivista in cui ho lasciato il cuore!
” Il ricordo è presente. Natale è casa di mamma. Era lo scartare i regali sotto l’albero al mattino sul lettone di mamma e poi correre giù dai nonni a riempirli di baci e a mostrare orgogliosi i bei doni; era aspettare zia coi sorrisi d’amore la nuova pallina per l’albero e i sacchi di tela stracolmi di sorprese, era veder arrivare la zia di mio padre con lo zuccotto ai marron glacè, il profumo del pane arrostito per il crostino nero da ammollare nel brodo, erano i cappelletti di zio, l’albero splendente nell’angolo vicino alla finestra un pranzo affollato pieno di sorrisi risate e calore; lo champagne, quello delle feste, i ricciarelli, il panettone e i pepini che nonno teneva in negozio… quelli del barattolo di vetro col tappo di latta… quelli col sapore da grandi, ma che piaceva tanto tanto anche a me.
Natale è svegliarsi al mattino, aprire i regali sul nostro lettone, vestirsi da festa, montare in macchina e correre dai nonni, a casa di mamma. Il Natale è sempre affollato… sempre pieno di calore… di chi c’è ancora e di chi continua ad esserci sotto forma d’amore.
Portare una nuova pallina per l’albero… e i pepini come quelli di nonno, del barattolo di vetro col tappo di latta. L’albero è sempre nell’angolo vicino alla finestra… il crostino, il brodo i ricciarelli… lo stesso calore.
I “PEPINI” DEL BARATTOLONE COL TAPPO DI LATTA
Ingredienti per una quindicina di Pepini
380 di farina
200 gr di noci sgusciate e spezzettate grossolanamente
5 gr di ammoniaca per dolci
5 gr circa di spezie miste (noce moscata, coriandolo, cannella, semi di finocchio,
semi di anice… e se a casa mia li chiamano pepini ci sarà un perchè … quindi
anche un pizzichino di pepe!)
30 grammi di canditi
250 gr di zucchero
80 gr di acqua
zucchero al velo
Mescolare tutti gli ingredienti in una ciotola, ad eccezione di zucchero ed acqua. Mettere sul fuoco l’acqua con lo zucchero e l’acqua preparare uno sciroppo facendoli cuocere lentamente, senza mai arrivare all’ebollizione, evitando quindi che lo sciroppo si caramelli (lo sciroppo sarà pronto quando “cadrà” formando un filo). Una volta ottenuto lo sciroppo, versarlo nella ciotola con il resto degli ingredienti e girare bene a formare una “palla” . Dall’impasto ottenuto formare tante piccole palline, infarinarle con un po’ di farina mista a zucchero a velo e posarle sulla teglia.
Informare ad una temperatura di circa 160° gradi per non piu’ di 8/10 minuti.
Una volta sfornati, odorare profondamente…. socchiudere gli occhi ed intonare a voce soffusa le note che più vi sanno di Natale. “jingle bells … jingle bells….” … perchè senza il pepino, che natale sarebbe?!
Note: Il Cavalluccio di Siena, quello vero, deve rimanere morbido, quindi mi raccomando in forno non un minuto di più di quello indicato (e magari ognuno dovrà testare il suo forno con piu’ di un’infornata) ed occhio allo sciroppo, se si caramella il dolce risulterà durissimo.
Detto tra noi, se il vostro pepino non sarà promosso a pieni voti alla prova forno… poco grave… c’è sempre una soluzione… giù nel vinsanto… la prova inzuppo la passa sicuro!
*il pepino è il modo con cui, forse solo a casa mia veniva e viene chiamato il cavalluccio di Siena”
Estratto da G2kitchen Speciale Natale 2010
p.s. torno presto con un ricordino portato da una meravigliosa quasi settimana bianca passata in trentino…. o almeno ci provo!!
meravigliosi…
che bello il Natale!
sicuramente anche per me Natale è a casa 😀